Una questione privata di Beppe Fenoglio
Pubblicato dopo la morte dell’autore, Una questione privata, è il titolo che Beppe Fenoglio usava con la moglie quando parlava della storia di Milton e Fulvia. Perché la loro storia, era una faccenda privata, che prescindeva dalla guerra che Milton e i partigiani combattevano lassù nelle Langhe, dove la nebbia era sempre fitta come “un mare di latte”. Un amore talmente folle da ricordare i romanzi cavallereschi, che Milton prova per Fulvia, giovane e bella ragazza di Torino sfollata ad Alba prima della fine della guerra.
Dopo la partenza della giovane, Milton viene a sapere, dalla governante della casa, di una relazione tra Fulvia e Giorgio, amico di entrambi e anch’egli partigiano. Milton non riesce a darsi pace, deve capire la natura della relazione, e ricorda le parole, le lettere che Fulvia gli chiedeva di scriverle, le canzoni che si faceva tradurre, soprattutto Over the rainbow, la loro canzone.
Decide di parlare con Giorgio, per capire la natura della loro relazione, ma c’è un problema: Giorgio è stato catturato dai fascisti. Da questo momento tutto quello che farà Milton diventerà ‘una questione privata’, gli ideali della resistenza vengono sacrificati perché il suo obiettivo è scoprire di non essere stato ingannato, scoprire che Fulvia non l’ha tradito, e che ha sempre ricambiato il suo amore.
Tenta così tutti i modi possibili per liberare Giorgio. Nonostante la pioggia incessante e la nebbia fitta percorre vallate e boschi sterminati, raggiunge altri presidi per cercare di farsi prestare un prigioniero e infine riesce anche a catturare un fascista per scambiarlo con Giorgio, ma durante un tentativo di fuga è costretto a sparargli, esaurendo così qualsiasi possibilità di liberare l’amico di sempre e di scoprire il segreto che gli attanaglia la mente.
"Una questione privata", secondo Italo Calvino, oltre ad avere le caratteristiche tipiche dei romanzi epici come l’"Orlando furioso", riesce a raccontare realmente la Resistenza, proprio com’era e come nessuno era mai riuscito prima.
Il libro si chiude con la fuga di Milton, che colto di sorpresa da un agguato fascista comincia a correre per cercare di mettersi in salvo; ma la sua corsa è piena di pensieri contrastanti, vorrebbe essere ucciso, vorrebbe che qualcuno gli sparasse in testa e se avesse ancora dei proiettili nel suo moschetto probabilmente lo farebbe da solo.
La sua vita senza la certezza dell’amore di Fulvia non ha senso. Questa ossessionante ricerca di risposte e conferme corrisponde simbolicamente alla ricerca di una vita migliore di quella alla quale la guerra l’ha costretto.
(F. P. )