L’8 giugno, alle 14.30, presso l’aula 342 del Dipartimento di Filologia Moderna, si terrà il seminario “Socrate Immaginario tra il testo di Ferdinando Galiani e la messinscena di Roberto De Simone”, introdotto dal Prof. Pasquale Sabbatino con intervento della Prof.ssa Valeria Giannantonio
L’opera buffa del “Socrate immaginario”, unica pièce teatrale dell’economista Galiani, suscita, sin dalla sua prima rappresentazione al Teatro Nuovo, e poi nella replica che fu fatta il 23 ottobre 1775 alla reggia di Portici, consensi e disapprovazioni per la particolarità e l’unicità del testo e per la sua ambigua collocazione nel panorama teatrale contemporaneo.
Scritto dopo il ritorno, nel 1769, del Galiani a Napoli, essa mantiene il carattere salottiero del bel mondo parigino, connotandosi di spirito nostalgico e di entusiasmo moderno nella articolazione della trama e nella sua collocazione storica, nel quadro del successo a Napoli dell’opera buffa.
Singolare espressione, non di un mondo popolare, ma di una società borghese, essa sposa, nel quadro dell’Illuminismo napoletano, la critica al facile accademismo e a forme stantie di cultura erudita, accettando del classicismo il senso di misura e di armonia di una umanizzazione della cultura, non viziata dalla falsa filosofia e da intellettuali alla moda.
I problemi che la messa in scena lascia insoluti sono quelli di una critica alla società contemporanea, filtrata dal riso amaro del Galiani, che prende di mira, come lo stesso Leopardi ebbe a notare in una lettera al padre, la pseudo-scienza dell’uomo, ossia l’Antiquaria. Giocata sui due piani dell’antico e del moderno l’opera è stata di recente rappresentata, nella stagione teatrale 2004-2005, al San Carlo per la regia di Roberto De Simone, che ha curato anche il libretto “Prolegomeni al Socrate immaginario” edito da Einaudi nel 2005.
Tale messa in scena è stata oggetto di alterni e contrastanti giudizi da parte dei critici teatrali, in quanto rappresenta una modifica al testo, con l’introduzione dello stesso personaggio del Galiani, affidato ad Antonio Lubrano, che, fuori scena, illustra la trama dell’opera a Saverio Mattei, noto grecista napoletano impersonato da Francesco Iavarone e alla moglie Giulia Piscicelli Capece, impersonata da Antonella Morea.