Ultimo tango a Parigi
“ Sta zitta! Non dire niente, non voglio sapere come ti chiami, tu non hai nome, nemmeno io; nessun nome. Qua dentro non ci sono nomi!”
Parigi degli anni ’70, rue Jules Verne, al quarto piano di un palazzo un grande, misero, spoglio appartamento in affitto. Due sconosciuti incontratisi lì per caso, si ritrovano sul pavimento a scambiarsi una furiosa e irrazionale intimità. La strana circostanza diventerà seriale, trasformandosi in un rapporto che esplora il sesso in ogni sua forma: dal piacevole gioco amoroso fino allo stupro fisico e morale, inizialmente senza che i due sappiano nulla l’uno dell’altra.
Al di fuori di quegli incontri i protagonisti conducono le loro indipendenti vite, all’interno delle quali il regista Bernardo Bertolucci ci conduce progressivamente e con crescente intensità.
Paul, interpretato da Marlon Brando appare come un viaggiatore stanco che trascina con sé una valigia consumata e piena solo di brutti ricordi ai quali si è appena aggiunto il recentissimo suicidio della moglie; l’evento lo imprigiona in una disperata rassegnazione e gli restituisce un’identità divenuta troppo ingombrante e scomoda.
Jeanne, interpretata da Maria Schneide, esatto opposto del suo “antagonista” maschile, è una ragazza dai pensieri leggeri; l’unico impegno è far riprendere la sua quotidianità da un regista così puerilmente innamorato di lei da chiederle di sposarlo. Qual è il desiderio che la spinge a tornare in quell’appartamento, e ad illuderla di essere innamorata di quello sconosciuto fino a confessarglielo?
L’epilogo tragico risponde alla domanda lasciando lo stupore negli occhi dello spettatore.
In quegli stessi occhi, riempiti per tutta la durata del film di una luce un po’ sbiadita ma poetica che Vittorio Storaro ha saputo dosare come un pittore sa miscelare i colori sulla tela, penetrano gli odori: l’odore di una città mai mostrata per intero, come se la coppia si nascondesse anche da lei, ma riconoscibile da preziosi particolari; odore di appartamento polveroso; odore di sesso.
(J. H.)