“This must be the place”di Paolo Sorrentino
Se si è indecisi sul da farsi per una serata tranquilla, magari andare o meno al cinema e sul film da vedere, tutti i dubbi vengono dissipati nel momento in cui ci si accorge che nelle sale italiane, dal 14 ottobre viene proiettato “This must be the place”, l’ultimo capolavoro di Paolo Sorrentino.
Ebbene sì: il regista partenopeo consacrato da film come “Le conseguenze dell’amore” e “Il Divo”, “L’uomo in più” torna alla carica, quest’anno, con Sean Penn nei panni di un’ormai eclissata rock star.
Sean Penn ha lunghi capelli neri cotonati, labbra scarlatte, occhi contornati da una marcata matita nera e smalto scuro: un ex cantante di successo ormai in pensione che si ostina a vestirsi come quando, da giovane, saliva sul palcoscenico.
La sua esistenza fin troppo tranquilla e insoddisfacente viene a un tratto scossa da una telefonata: suo padre, a New York, sta morendo.
Definito dalla critica un “road-movie” dell’anima, il film si trasforma in un lungo viaggio che il protagonista intraprende per cercare un criminale nazista che aveva umiliato il padre durante la guerra. Il viaggio, però, diventa anche interiore, per un complesso e necessario percorso alla ricerca di un posto dentro di sé e del proprio vero volto.
“Da spettatore non amo i film che parlano insistentemente per un’ora e mezza di una sola cosa” ha spiegato Sorrentino in un’intervista: “un film è una bella occasione per prendere in considerazione molteplici argomenti di interesse: per questo il mio prova a raccontare l’assenza di rapporto affettivo tra padre e figlio, e poi, con umiltà e solo per squarci, lo sfondo storico dell’Olocausto, affrontato dal punto di vista di un uomo di oggi.”
S. G. M.