Renato Mambor. In prestito dall’infinito
Un’arte impersonale tanto da diventare “asoggettiva” e da renderne l’autore universale. Mambor è riuscito a rimuovere il proprio io dal quadro perché “l’arte serve a pulire lo sguardo. I sensi sono offuscati dalle abitudini e tutto ciò che si fa e si pensa diventa immagine, stereotipo, filtro davanti agli occhi. L’arte insinua un cuneo in questo meccanismo spersonalizzante e ha il potere di ribaltarlo, in definitiva è un piccolo sforzo per muovere il pensiero".
Ed è proprio attraverso la stereotipia delle immagini, la convenzionalità iconica che giunge a rappresentare attraverso figure, sagome e profili gli uomini “statistici” riduzione da ben più complessa realtà a esigua forma matriciale.
Garanzia della mostra è il suo curatore: il critico d’arte Achille Bonito Oliva anche autore del testo critico dell’esaustivo catalogo, nel quale è contenuta un’intervista di Gianluca Renzi all’artista.
Fino al 31 marzo 2009 Castel Sant’Elmo ospiterà Mambor e le sue opere visitabili tutti i giorni dalle ore 9 alle ore 18.
Per info potete visitate il sito www.arttime.org
(J. H.)