Raccontare la matematica
Letteratura e matematica: due ambiti del sapere non così distanti tra loro come sembrano.
Molti scrittori si sono interessati alla matematica (fra tutti Queneau e Calvino) e non mancano i matematici passati alla storia come scrittori, ad esempio, Lewis Carroll.
Nel 2006 Einaudi ha pubblicato un’antologia che riscuote tuttora successo di pubblico: i Racconti matematici, a cura di Claudio Bartocci, docente di Fisica Matematica all’università di Genova e umanista per passione.
Un libro, è il caso di dirlo, "matematicamente" perfetto: diviso in sezioni intitolate "Numeri", "Spazi" e "Ritratti"; una quarta sezione contiene il saggio "L’uomo matematico", dell’autore tedesco Robert Musil, diviso tra scienza e poesia.
La raccolta presenta in tutto ventisei racconti che riguardano la matematica e il suo incontro-scontro con la letteratura.
Tra gli autori più noti, Borges, McEwan, Asimov, Saramago e i nostri Buzzati, Eco, Calvino, Del Giudice.
Come nota Bertocci nell’introduzione, matematica e letteratura sono straordinariamente vicine, perché entrambe sono attività di finzione che consistono nell’invenzione di mondi possibili.
I rapporti tra letteratura e matematica, scrive Bertocci, sono furtive carezze, corrispondenze incerte, echi, suggestioni, consonanze e dissonanze.
Le zone di contiguità, di attrito e di contatto tra le due non sono diffuse, ma si concentrano lungo alcune faglie, aree destinate a scontrarsi.
Gli effetti dell’incontro-scontro, che leggiamo nei Racconti matematici, sono davvero vulcanici.
(S. D. B. )