Quando il classico è contemporaneo: Ryan Mendoza in mostra al MADRE
Newyorkese, classe 1971, segni particolari anticonvenzionale. Questi i connotati di Ryan Mendoza, l’artista protagonista al madre fino al 28 giugno con una nuova personale, significativamente intitolata The Possessed, a cura di Vincenzo Trione. Le 13 tele inquadrano personaggi all’apparenza comuni, che rivelano inquietudini, perversioni e turbamenti attraverso le distonie cromatiche, le asimmetrie, le deformazioni prospettiche.
Due donne abbracciate, un uomo chiuso in un sacco, il profilo di una bambina, una ragazza accovacciata su un corpo maschile steso a pancia in giù sul pavimento di una camera deserta, questi alcuni dei personaggi che mostrano un’abilità pittorica non comune.
Lo sguardo bifronte di questo artista, che guarda ai canoni artistici del passato senza rinunciare alla sperimentazione, è tutto visibile in queste opere. Ryan Mendoza è sempre vissuto controcorrente lasciando l’America per inseguire la sua arte in Italia, e proprio a Napoli in un momento in cui questa città lasciava poche speranze. Alle lusinghe di installazioni meta-artistiche e incomprensibili e di un’arte che veste gli spazi sceglie il bianco della tela, entro i cui limiti lavora con la tavolozza cromatica registrando le magie della realtà.
Ha esposto le sue opere nelle gallerie più importanti da Londra a Tokyo, su di lui hanno scritto Milan Kundera e Irvine Welsh, suona il trombone e ai salotti culturali preferisce la penombra silenziosa del suo studio.
Queste opere sono un ulteriore tassello, che inscrive Mendoza in quella storia dell’arte, che per lui è mistero e scoperta continua, terreno di troppe domande e poche risposte.
(R. M. )