Perino e Vele. Lo straordinario nel quotidiano ordinario

Perino e Vele costituiscono ormai una vera e propria griffe nel mondo dell’arte contemporanea. Si cimentano in sculture, disegni, e soprattutto in installazioni di cartapesta. Usano materiali poveri: fogli di giornale suddivisi per colore ed inchiostro e talvolta accostati al ferro arrugginito. 

Esordiscono nel 1997 all’VIII Biennale dei giovani artisti dell’Europa e del Mediterraneo. Il successo è improvviso e folgorante. Da allora, sia in Italia che all’estero, vengono ospitate le loro creazioni. 

Il punto di forza del loro fare arte risiede nell’intrinseca realtà quotidiana rivelata al generico osservatore in chiave ironica. Da qui la scelta di materiali quotidiani. 

Pagine riciclate, un mix di parole ed immagini: un impasto per comunicare in maniera nuova. L’utilizzo della cartapesta, che tanto entusiasma i collezionisti americani, europei e cinesi, nasce al liceo artistico statale di Benevento. Una cartapesta diversa, “personalizzata”, come ripete il duo delle meraviglie Perino e Vele. Ma è il loro stile ad essere nuovo, già unico e riconoscibile.

A Napoli ormai sono entrate a far parte dell’immaginario collettivo le Cinquecento arrugginite della stazione della metropolitana di Salvator Rosa.

A Rotondi pochi avrebbero scommesso su di loro. Fare l’artista, del resto, non è un lavoro serio. Eppure loro ci hanno creduto. Con le loro opere hanno realizzato un sogno: essere “riconosciuti” artisti. Con un unico nome, Perino e Vele.

(B. I.)