Paranormal Activity: l'horror fatto in casa
È attualmente in programmazione in tutte le sale cinematografiche Paranormal Activity. A una decina d’anni di distanza da The Blair Witch Project, Paranormal Activity è un altro film horror no-budget di dimensioni inimmaginabili. Realizzato con un budget di soli 15.000 dollari da un regista esordiente, ha superato i cento milioni di dollari di incasso negli Stati Uniti.
Come The Blair Witch Project, anche Paranormal Activity, in assenza di mezzi che consentissero la creazione di orrori “cinematografici”, ha scelto la strada di ricreare la pura e semplice realtà – o meglio, l’illusione della realtà – e di lasciare che al suo interno si insinuasse l’orrore.
Realizzato nel 2007, Paranormal Activity ha suscitato l’interesse di una major e, dopo qualche intervento cosmetico e di montaggio oltre a una modifica – più d’effetto che sostanziale – al finale, è stato distribuito nei cinema americani a due anni di distanza.
La regia di Oren Peli e il cast costituito da Katie Featherston, Micah Sloat, Mark Fredrichs, Amber Armstrong, Ashley Palmer sono la cornice per un film mozzafiato. È la storia di una giovane coppia, la quale sospetta che la propria casa sia infestata da uno spirito malvagio. Installano così fra le mura domestiche un impianto di videosorveglianza che possa riprendere 24 ore su 24 quel che avviene nella casa mentre i due stanno dormendo.
Questi video di sorveglianza, ridotti ad un montaggio di 99 minuti, costituiscono il film. Le riprese sono volutamente amatoriali, con un eccesso di movimenti da mal di mare che forse nemmeno i dilettanti della videocamera compiono più. Ma tutto serve per dare l’illusione della “verità”. Attori sconosciuti, interni qualunque: il segreto della rappresentazione della realtà è nella ricerca di semplicità, di banalità.
(M. M. )