No alla pena di morte: a Scienze Politiche incontro con Shuja Graham
Lunedì 3 dicembre alle ore 15.30, nell’aula Alterio Spinelli della Facoltà di Scienze Politiche, si terrà l’incontro dal titolo “No alla pena di morte”. Promosso dalla Comunità di Sant’Egidio impegnata, dal 1968, nella battaglia contro le esecuzioni capitali, dopo i saluti del preside della Facoltà di Scienze Politiche Raffaele Feola, vedrà la partecipazione,del professore Francesco Dandolo, di Benedetta Ferone della Comunità di Sant’Egidio e di Shuja Graham, sopravvissuto al braccio della morte del carcere di San Quentin, oggi molto impegnato nell’aiuto della comunità afroamericana della California e nella lotta alla pena di morte.
Nato da una famiglia povera della Louisiana, Graham, a soli 18 anni, finì in un riformatorio californiano per furto. Quattro anni dopo, accusato di rapina, fu portato in carcere. È qui che iniziò la sua tragica storia: durante una rivolta nel ’73 fu ritenuto responsabile della morte di una guardia bianca. Additato come il “perfetto colpevole”, visto anche il suo impegno politico maturato dietro le sbarre, Graham si vide condannato alla pena più dura.
Ma un insperato “happy ending” lo salvò dal braccio della morte. Nel ‘79, la Corte Suprema della California decise di salvarlo, allontanando per sempre il tragico finale di “dead man”. Dopo quattro processi Graham raggiunse l’assoluzione e nella primavera dell’81 lasciò definitivamente le sbarre.
Il convegno di Scienze Politiche cade a pochi giorni dalla decisione della terza commissione dell’Assemblea generale dell’O.N.U. di dire sì alla risoluzione per la moratoria delle esecuzioni capitali. Iniziata proprio dall’Italia 13 anni fa, dopo numerosi fallimenti, la battaglia ha visto premiati i suoi sforzi con l’approvazione del testo con due voti in più rispetto ai 97 necessari per la maggioranza assoluta.
(A. S.)