Di solito nel cinema c’è un binomio: grandi gangster, grandi film. Immaginari o realmente esistite, le storie della mala americana hanno sempre attratto gran parte degli spettatori. Forse non a caso uno dei film più famosi di sempre è proprio “Il padrino”.
Per “Nemico Pubblico” il binomio sembra non funzionare. Nonostante la presenza di due sicurezze come Johnny Depp e l’Oscar per la “Vie en rose” Marion Cotillard il nuovo film del regista Michael Mann sembra lontano anni luce dalla suspence di “Colleteral”.
Il film racconta di John Dillinger, uno dei più bravi rapinatori di banche vissuto in America negli anni ’30. I suoi colpi, la sua banda, i suoi amori ma soprattutto la sua notorietà. Perché la caccia a John Dillinger fu una delle vicende più importanti di quegli anni che coinvolse tutti i cittadini d’America. Quello che qualche anno dopo sarebbe stato definito come un fenomeno mediatico.
La caccia però non appassiona lo spettatore italiano di qualche anno dopo. Il film sembra seguire i movimenti della polizia americana, ossia incerti e contrastanti. I due protagonisti paiono non trovarsi perfettamente nei loro panni. Perfino Johnny Depp, l’attore che “buca lo schermo” più di tutti al momento, non è convincente. Meglio Marion Cotillard, ma la preferivamo nei panni di Edith Piaf.
“Nemico pubblico” è quindi un’occasione persa, un po’ per tutti. Per il regista, che continua a restare in un limbo, per Depp che a questo punto della carriera avrebbe bisogno di altri ruoli magari per puntare all’oscar, e purtroppo, anche per lo spettatore pagante.
(A. D. M.)