L’esergo recita “Tutto comincia da un’interruzione”: da qui inizia l’ultimo romanzo di Alessandro Baricco, Mr. Gwin, edito da Feltrinelli.
È la dichiarazione del protagonista, uno scrittore di successo, che ha deciso di non voler più scrivere. E lo dichiara in un articolo per il Guardian. Elenca cinquantacinque cose che non avrebbe fatto mai più. L’ultima è proprio scrivere libri.
Ciò che più incuriosisce è l’intenzione di Baricco di voler riprodurre, nello stile e nel ritmo, i tempi soggettivi del protagonista. Il tempo lento di chi vive una situazione di blocco, di impasse, che poi si velocizza all’improvviso dopo essere stato colto da un’epifania: nonostante i suoi sforzi, gli manca scrivere, gli manca il gesto e la cura quotidiana del mettere in ordine i pensieri nella forma rettilinea di una frase.
L’essere umano, uno qualunque, un personaggio qualunque, diventa una storia. Nel senso “fisico” del termine: i passi di Gwyn sono i passi stessi del libro. I punti fermi della prosa corrispondono ai punti fermi nella vita del protagonista. Gwyn “ritrova il tempo” riconoscendovi la più autentica figura della propria vocazione e del proprio destino.
S.G.M.