“Mi metto nei miei panni, racconto autoreferenziale e narcisista”: un’autobiografia che mira al confronto con sé stessi, con il sé passato, chiuso nei diari di quando si è piccoli.
Una donna di trent’anni vuole confrontarsi con la sua memoria. Ha bisogno di testimoni. Per questo invita gli spettatori nella sua stanza/rifugio, dove in un’atmosfera intima, giocosa e irriverente rivivrà alcuni momenti della sua vita.
L’infanzia, i giochi di bambina con i suoi due fratelli, il rapporto con i genitori. La fuga, la separazione, il teatro, la scoperta di un mondo diverso dal proprio: un mondo che da bambini non si credeva potesse esistere. Un mondo che in principio appare accogliente ma si rivela poi una fabbrica di solitudine, dove le relazioni umane si sgretolano e in cui è facile perdere la memoria di una felicità che è stata.
Antonio Calone, drammaturgo e regista dello spettacolo, ha chiesto alla sua interprete, Valentina Vacca, di nutrirsi, per il suo lavoro di attrice, dei diari che lei stessa ha scritto da quando aveva dieci anni. «Pian piano questa scrittura “interna” ha preso il sopravvento su quella “estranea” che ci proponevamo di affrontare, rivelandosi più autentica, e in definitiva più efficace» spiega Calone.
Il teatro diventa quindi il mezzo attraverso cui guardarsi, osservarsi, vedere come si è cambiati e perché si è cambiati: diventa il modo di riviversi e capirsi anche, o forse soprattutto, attraverso la finzione scenica.
Lo spettacolo è in scena al Teatro Start, per la rassegna Game. Overture, sabato 28 e domenica 29 gennaio, rispettivamente alle 21:00 e alle 18:00. L’ingresso è gratuito con libera sottoscrizione.
La prenotazione è obbligatoria, e può esser effettuata scrivendo a interno5start@gmail.com o chiamando allo 081 551 49 81 o al 349 87 73 881.
S. G. M.