Un classico non smette mai di vivere. Magari rivive nella metamorfosi. Nel 1973, nelle sale cinematografiche statunitensi, esce Pat Garrett & Billy the Kid, ultimo western targato Sam Peckinpah. La vicenda del bandito, tradito da un suo ex sodale vendutosi alla legge, ispira il graphic novelist napoletano Luca Dalisi, in arte Luk. Un vero e proprio remake del film del ’73, con tanto di citazione della colonna sonora leggendaria del film ad opera di Bob Dylan, ma in chiave “fumettistica”.
La polvere dei miei stivali. Vita e morte di Pat Garrett, sceriffo & Billy the Kid, poeta (Lavieri, 72 p., € 11) è il titolo della rivisitazione di Dalisi, che se pure debitrice verso il film del ’73, è dotata di una propria tensione lirica.
La vicenda è nota: il vecchio west è al tramonto, la ferrovia è la nuova frontiera, ma un gruppo di irriducibili banditi non si arrende alla modernità e persevera negli assalti alle diligenze. Solo uno di loro, voltatigli le spalle e vendutosi alla legge, può fermarli.
L’amara amicizia di Pat Garrett e Billy the Kid termina col tramonto del west.
La matita di Dalisi disegna, si avventura: crea un western insolito, dai tratti onirici e grotteschi. Gli sviluppi della vicenda non esigono realismo, e nemmeno i personaggi e i loro nomi.
Il sole cocente scatena visioni allucinate che trasfigurano la realtà manifestandone l’essenza. Il finale lo conoscono tutti, ma il modo di raccontarlo è del tutto nuovo.
F. A.