“Lo scafandro e la farfalla”
“Lo scafandro e la farfalla”, del regista newyorkese Julian Schnabel, è il toccante film ispirato al romanzo omonimo e autobiografico del giornalista Jean-Dominique Bauby, colpito da ictus con una sindrome rara che lo rese immobile, lasciando però lucida e perfettamente consapevole la sua mente.
Con acume sottile Schanabel, vincitore con quest’opera del premio come Miglior Regia al Festival di Cannes 2007, conduce lo spettatore nella storia portandolo a guardare la realtà con gli stessi occhi di Bauby, senza mai cadere nel pietismo.
Lo spettatore vive, sente e percepisce ciò che Bauby vorrebbe gridare e fare sentire al mondo. Ma incapace di parlare, la sua verità rimane custodita nel suo corpo. Fino a che il giornalista trova uno stratagemma per comunicare: ad aiutarlo è il battito delle ciglia, l’unica parte del corpo che riesce a muovere.
Così battendo la palpebra sinistra, Bauby può trasmettere i suoi pensieri.
Il battito delle ciglia, che ricorda quello delle ali di una farfalla, si traduce in lettere e le lettere in parole.
Bauby così facendo dettò il suo libro a una redattrice del suo editore e il romanzo fu pubblicato nel 1997, qualche settimana dopo la morte di Jean Dominique Bauby.
Lo scafandro del corpo non impedì alla farfalla dell’anima di uscire e comunicare.
(S. R.)