Raccontare in poche righe l’adattamento di Giovanni Meola de “Le Preziose Ridicole” di Moliere, in scena al Theatre de Poche fino al 13 novembre, è davvero un’impresa. Assistere allo spettacolo è sicuramente il modo migliore per cogliere le infinite sfumature di un adattamento che prova, riuscendoci perfettamente, a trasportare un testo di metà Seicento, nel caotico e movimentato mondo odierno.
Ciò che emerge è l’occhio critico di chi si avvicina a un testo, ne comprende in toto significato e dettagli, e coglie l’eternità che quel significato e quelle sfumature rappresentano. Si riesce così a far sorridere e riflettere tanto la società barocca quanto quella del XXI secolo.
Tutto ruota intorno alle figure di Magdelon e Cathos, tanto preziose quanto ridicole, provinciali giunte a Parigi ed affascinate dalla vita della città, tanto da assumere modi e fare “snob”, anche nei confronti dei ricchi signori che giungono a casa loro per corteggiarle, finendo però sbeffeggiate e messe in ridicolo loro stesse, rivelando la vanità e il vuoto di quei falsi discorsi intelletuali e di quei modi barocchi.
Il collegamento con la contemporaneità è costante, ma mai invasivo: questo non significa che in scena si vedranno giacche e cravatte, automobili o iPad, anzi vi è comunque un rispetto delle situazioni e del linguaggio dell’epoca perchè non ambientato nell’oggi, ma è costellato qui e lì di sottili accenni e riferimenti, anche di una sola parola, che svegliano lo spettatore dal momentaneo balzo temporale del seicento e gli ricordano dove effettivamente vive, il tutto alternato da momenti metateatrali, dalle spiegazioni del regista, dai commenti degli attori sul testo e dal “riscaldamento” in scena che diventa una vera e propria melodia di versi e movimenti che prepara allo spettacolo.
Per informazioni: www.theatredepoche.it
S. D. V.