“La vedova allegra” : l’operetta incanta tutti
Il 7 e 8 febbraio, presso il Teatro Corallo di Torre del Greco, si è tenuta la rappresentazione dell’operetta in tre atti “La Vedova Allegra” di Franz Lehár, sul libretto di Viktor Léon e Leo Stein, con orchestra dal vivo diretta dal maestro Tazzari.
Interprete dell’operetta sono stati Dianora Marangoni e i numerosi attori della Compagnia La Belle Epoque. Ambientata a Parigi, si racconta del tentativo di ingraziarsi la Francia da parte dell’ambasciata Ponteverdina, attraverso il matrimonio della ricca vedova Hanna Glavari con il conte Danilo, sua antica fiamma. Nel frattempo si sviluppa il triangolo amoroso tra il Barone Mirko, sua moglie Valencienne e Camille de Rossillon.
Nel primo atto, l’ambasciatore Mirko Zeta ha organizzato una festa con l’intento di risollevare le finanze dello stato facendo sposare la bella e ricca vedova Anna Glawary con il conte Danilo. Ma tra Anna e Danilo c’è già stata una storia d’amore, finita male perché il nobile zio di lui si era opposto alla loro unione ritenendo lei di origini modeste. Anna, vedova del ricco banchiere di corte, è ora diventata la più richiesta e adulata donna di Parigi.
Un’altra storia d’amore scorre parallela a questa: Valencienne, giovane moglie del Barone Zeta ed ex ballerina di Maxim, è corteggiata da Camillo. Le due storie si intrecciano fino a ingarbugliare i fili a tal punto da rendere sempre più problematico il riavvicinarsi dei due protagonisti: a una festa a casa di Anna, Negus fa in modo che si incontrino di nuovo ma, quando il barone Zeta sta per sorprendere la moglie con il bel De Rossillon, gli fa trovare la Glawary al posto di Valencienne. Anna non chiarisce con Danilo l’equivoco, anzi lo conferma.
Nel terzo atto Negus chiarisce ogni cosa e per festeggiare le future nozze organizza una serata in stile “Chez Maxim”.
Una trama avvincente unita a voci meravigliose, a balletti altamente coreografici e alla magia di un’epoca antica ma mai tramontata che coinvolge e sconvolge per la dinamicità delle scene e le battute adattate ai nostri tempi, trovando così l’approvazione anche dei giovani spesso diffidenti verso questo tipo di rappresentazioni.
(L. D.M.)