La saga infinita di 007
Esistono figure che entrano nell’immaginario collettivo e segnano un’epoca. L’agente segreto James Bond, nome in codice 007, è una di queste. Prima eroe della serie di romanzi di Ian Fleming, poi protagonista di innumerevoli film.
Dal 1962, anno di lancio del primo episodio della serie, e con frequenza costante, ogni nuovo film di James Bond è accompagnato da un lungo ed estenuante bombardamento mediatico, che raggiunge picchi massimi all’atto della presentazione della bond girl di turno, emblema del “bon vivre” del nostro eroe.
Con Quantum of solace siamo al 22° capitolo della serie.
Diretto da Marc Foster, e con Daniel Craig nei panni dell’agente segreto, troviamo un Bond ancora aitante e in forma, capace di saltare da una parte all’altra del pianeta, reggere ritmi assurdi, e compiere rocambolesche acrobazie. Per uno che trascorre gran parte del suo tempo a fumare e bere drink superalcolici sarebbe impensabile ma James Bond è il superuomo popolare per eccellenza e sembra che anni di eccessi non abbiano per nulla scalfito il suo fisico.
Il film è il sequel del precedente Casino Royale del 2006.
La trama, pur godendo della sceneggiatura di Paul Haggis, premio oscar per Crash–contatto fisico, è piuttosto banale e a fare da protagonista sono le solite scene d’azione e gli innumerevoli effetti speciali. Gli amanti del genere sicuramente apprezzeranno. Per il resto non rimane altra possibilità che rifarsi gli occhi con Daniel Craig o la splendida Olga Kurylengo nelle vesti di un’avvenente Bond girl.
(M. G.)