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Jarrett al San Carlo

Keith Jarrett non aveva ancora compiuto trent’anni quando, il 24 Gennaio del 1975, si sedette al pianoforte sul palco dell’Opera di Colonia, davanti a centinaia di persone. Dopo sessantasei minuti di virtuosismi e passione si alzò, raccolse un’ovazione che pareva infinita ed entrò di diritto nella storia del jazz. 

La registrazione di quella serata uscì pochi mesi dopo col titolo di The Köln Concert (ancora oggi è uno degli album più venduti della storia del jazz): era il secondo concerto per piano solo (dopo quello di Brema) registrato da Keith Jarrett, e non sarà l’ultimo. 

In trentacinque anni non ci sono state molte occasioni di vedere il jazzista americano in un concerto come quello, nudo e crudo, fatto di cuore e sudore, di quel miscuglio di jazz, classica e gospel che rende unico Jarrett. Dopo Colonia, è stato due volte in Giappone, poi di nuovo in Germania, a Monaco, quindi in Austria (a Bregenz e a Vienna), a Parigi, alla Scala di Milano (unica volta sul palco del teatro milanese per un pianista non classico), e alla Carnegie Hall di New York. 

Ora Keith Jarrett ritorna a calcare un palcoscenico da solo, e lo fa a Napoli, il 18 Maggio, al San Carlo, per un evento unico, per una serata indimenticabile. Richieste di biglietti sono arrivate da mezzo mondo: soddisfattissimo Paolo Uva, direttore artistico dell’Angeli Musicanti Festival, che da tanto cercava di riportare Jarrett in Italia e che finalmente c’è riuscito, riuscendo a concedere al maestro una cornice meravigliosa, perfetta per l’espressione dell’arte di uno dei maggiori geni musicali del nostro tempo.
 

(A. C.)

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