Il "Surreale Quotidiano" attraverso gli occhi di Antonio Cervasio
Quante volte guardiamo alla realtà con occhi offuscati dalla vita, dal corso degli eventi, attraverso un sovrapporsi di lenti che inevitabilmente la deformano?
Eppure basterebbe una semplice occhiata, autentica e diretta. Basterebbe guardarla con gli occhi di un bambino.
Antonio Cervasio, artista napoletano, ci prova. Seguendo i suoi "segni infantili" anche noi possiamo provare a cogliere il senso di quel quotidiano che, catapultati sempre più in una frastornante routine giornaliera, spesso ci scivola facilmente di mano.
Proviamo a riscoprire l’autentico attraverso i suoi "scarabocchi" in mostra al Vulcano di Caivano ancora fino al 28 febbraio.
Un paio di scarpe abbandonate o personaggi appena accennati che popolano un quotidiano su cui incombe inevitabilmente una cappa di surrealtà. Una figura solitaria in bagno con una finestrina serrata da una grata.
Un senso di solitudine e di soffocamento. Il silenzio di un grido disperato che con un tratto di pastello ad olio s’imprime sulla tela.
È un’arte alla ricerca di una spontaneità non ancora contaminata, e che non vuole rassicurare, ma scuotere. Con una gamma di colori dai toni grigi, dal nero fino a sfociare nel bianco, Cervasio prova a raccontare quella quotidiana innocenza perduta e che di tanto in tanto si tinge di macchie rosse. Dietro l’autenticità ricercata aleggia una "scatenante" tragicità surrealista.
(B. I.)