I fiori di Battiato
Nove anni fa fu “Fleurs”, primo esperimento di cover del creativo Franco Battiato. Accolto con il plauso di critica e pubblico, fu seguito da “Fleurs 3”. Qualcuno storse il naso, qualcun altro approvò. Oggi è “Fleurs 2”, terzo capitolo di una saga fatta di cover, anticipato dall’unico inedito “Tutto l’universo obbedisce all’amore”, cantato in duetto con la cantantessa Carmen Consoli.
Il resto è un’atomosfera soffusa fatta di archi e pianoforte, una rivisitazione di pietre miliari come “Sitting on the dock of the bay” del grande Otis Redding, un omaggio alla compianta Giuni Russo attraverso le note de “l’addio”; la riuscita collaborazione con Antony (Antony & The Johnson) in “Del suo veloce volo”, l’intensa interpretazione di “Il venait d’avoir 18 ans” di Dalida, il duetto con lo sperimentatore ed ex monaco Juri Camisasca in “La musica muore”.
Nulla da opporre al maestro della musica italiana. “Fleurs 2” è senz’altro un album piacevole da ascoltare, ma sembra mancare di qualcosa e Battiato pare essersi fossilizzato abbandonando la verve stilistica che l’ha sempre contraddistinto nella sua lunga e favolosa carriera. L’impressione che se ne riceve, dopo qualche attento ascolto è che, come “Fleurs 2” non tarderà a sprofondare nel “dimenticatoio”, così i nostalgici non tarderanno a chiedersi quando Battiato ritornerà finalmente con un lavoro degno del suo genio creativo.
(M. G.)