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Giorgia “Stonata” nel suo decimo album

Decimo album della cantante romana dalla poderosa voce e dalla tecnica ineguagliabile. Ma oltre a questo, in “Stonata”, album di Giorgia che esce a quattro anni di distanza da “Ladra di vento”, pochi gli elementi di rilievo.
 
Gradevole la collaborazione con Beppe Grillo in “Libera la mente” per ritmo e leggerezza interpretative della cantante. Il duetto con Mina risente troppo dell’influenza dell’arrangiamento di Massimiliano Pani (che firma gli arrangiamenti di Mina). Le due voci non si sovrappongono mai nella canzone “Poche parole” e questo ci lascia insoddisfatti.

Pino Daniele firma il brano “Anime sole” e influenza – ancora troppo – Giorgia.
In “Ora basta” Giorgia riprende il testo del brano che la portò a vincere il festival di Sanremo nel ’95, e canta “Come saprei amarti io, nessuno saprebbe mai”, ma per dirsi, appunto, “ora basta”.

Un affollatissimo album in cui compaiono ancora Gianni Davoli con la sua fisarmonica per una versione pop di Libertango, Diana Winter in “Vieni fuori”, Danilo De Santis nel brano “Gli amanti”, Emanuel Lo in “Adesso lo sai” e il flauto di Elio (di Elio e Le Storie Tese) nel brano “Invisibile traccia”.

Non deve ingannare l’aggettivo “stonata”: la cantante non si riferisce a sue inaspettate stecche ma “alla continua disarmonia che mi pare provenire da tutti i campi della vita”, dice.

E, anche se la title-track è deludente e debole, a reggere l’intero album è il brano “Parlo con te”, che si sta già ascoltando alla radio. Ricco di archi, il pezzo si apre solo in coda e, a differenza degli altri brani, il testo è molto struggente.

                                
(M. S.)

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