È tempo di meritocrazia
Parlare di meritocrazia oggi in Italia è un’impresa tutt’altro che facile. La questione stupisce non poco se si pensa che appena nel 1958 il termine fece la sua comparsa: coniato dall’inglese Young e destinato a un uso dispregiativo, stava a indicare una società in cui la posizione sociale dell’individuo era determinata da sforzo e quoziente intellettivo.
Oggi la sua accezione assume tratti positivi, ma certamente necessita ancora di approfondimenti, confronti, dibattiti. Ed è proprio con l’intento di un utile scambio d’idee che l’Università Federico II ha organizzato un convegno dal titolo: “Meritocrazia quattro proposte concrete per valorizzare il talento e rendere il nostro Paese più ricco e più giusto” tenuto presso l’aula blu del complesso universitario di Monte Sant’Angelo. Moderatore dell’evento è stato Riccardo Mercurio docente di organizzazione aziendale presso la Facoltà di Economia dell’Ateneo e presidente del corso di laurea in economia aziendale.
Oltre al rettore Guido Trombetti, ha partecipato alla tavola rotonda Roger Abravanel che, nel suo libro “Meritocrazia” avanza quattro proposte per rendere la società italiana più meritocratica.
L’urgenza di concretizzare queste idee aumenta notevolmente, in un paese come l’Italia dove il divario tra il Nord e il Sud è ancora netto e in cui la cultura della competizione rimane ristretta, lasciando che processi e scelte avvengano nella totale mancanza di trasparenza.
Occorre quindi, prima di qualsiasi “rivoluzione”, sensibilizzare, informare e sviluppare la volontà di realizzare questa cultura del merito proprio partendo dalle aule universitarie.
(F. A.)