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David Trueba, Saper Perdere

Tre vite, una città e un unico istinto: il desiderio. Basterebbero poche parole per introdurre l’ultimo capolavoro di David Trueba, giornalista e regista madrileno che con “Saper Perdere” (Feltrinelli, € 19,50, pp. 468) ha già ottenuto il riconoscimento della critica spagnola.

La storia si snoda tra le esperienze di Leandro, Lorenzo e Sylvia, rispettivamente nonno, padre e figlia: generazioni con vissuti, aspirazioni e segreti diversi. Leandro, insegnante di piano in pensione spende i risparmi di una vita in un bordello mentre sua moglie Aurora muore lentamente divorata da un cancro. Lorenzo, un divorzio e una carriera fallita alle spalle, uccide l’ex socio d’affari mentre tenta di ricostruire i pezzi della sua vita. Sylvia conduce una doppia vita: da un lato è una spensierata sedicenne alle prese con compiti e libri di scuola, dall’altro intrattiene una relazione sentimentale con Ariel Burano, celebre e strapagato calciatore argentino idolo dei suoi compagni di classe.

Divisi tra dubbio, voglia e incertezza i tre protagonisti alternano le loro vicende intorno all’unico tema fondamentale del romanzo: il coraggio di vivere. Perché c’è bisogno di coraggio per rendersi conto di aver sprecato un’intera vita ad elemosinare emozioni alla persona più importante. Per soffermarsi sulle cose che sarebbero potute andare diversamente se solo si fosse prestato maggiore attenzione agli affetti piuttosto che al lavoro. Per capire che un amore, per quanto forte e necessario, ha bisogno di uno spazio vitale per crescere e maturare. Per ammettere a se stessi, insomma, che a volte bisogna saper perdere perché non sempre chi ha coraggio di sperimentare la vita in ogni sua angolazione riceve in cambio ciò che di bello da essa ci si aspetta.

(R. S. B.)

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