Uno dei grandi vanti dell’Italia meridionale è la tradizione culinaria ma, ancor di più, la genuinità dei prodotti. E così, per evitare tra una decina d’anni di assaggiare prodotti locali considerandoli una rarità, il Dipartimento di Scienze del Suolo, della Pianta, dell’Ambiente e delle Produzioni Animali della Facoltà di Agraria dell’Ateneo e l’Istituto di genetica vegetale del Consiglio Nazionale delle ricerche di Portici si stanno occupando della mappatura del patrimonio genetico del pomodoro.
Al centro degli studi ad esempio, sono i famosi pomodori San Marzano o quelli rosa di Sorrento, senza dimenticare i gustosi pomodorini vesuviani.
Un obiettivo, quello della mappa genetica, che sarà raggiunto nel giro di due anni, quando finalmente si potrà operare con interventi mirati, sulla varietà di pomodori campani. Il prof. Frusciante, responsabile del coordinamento del progetto ha inoltre parlato di metodi: quello degli incroci e delle selezioni assistite sono i più auspicabili.
Sfruttare quindi la tecnologia per ottenere prodotti con caratteristiche qualitative elevate è lo scopo della ricerca, presentata il 17 giugno presso l’Accademia dei Lincei.
(F. A.)