“Alla fine degli anni Cinquanta, un giovane italiano di buone letture e nessun pregiudizio passa una stagione a Harvard e un’altra a Broadway”: questo è l’esordio della presentazione che la casa editrice Adelphi fa dell’ultimo libro di Alberto Arbasino, “America amore”, uscito pochi giorni fa e subito balzato in cima alle classifiche, a dispetto della sua mole (oltre ottocento pagine).
Il libro di Arbasino è un mix sconcertante di generi, che va dall’autobiografia all’enciclopedia culturale, dal romanzo di formazione all’elenco di incontri con le celebrità: un elenco tale che sembra impossibile che Arbasino abbia potuto incontrarle tutte davvero. Invece sì.
Da Henry Kissinger a Andy Warhol con i Velvet Underground alle prime armi nella Factory, agli scrittori Salinger, Ginsberg, Burroghs, solo per citarne alcuni.
Il racconto leggero e ironico dell’esperienza americana di quel giovane “di buone letture” si alterna ai ritratti dei personaggi più importanti della cultura americana del Novecento, con un occhio particolare al cinema e al teatro.
Il romanzo “on the road” dalla East alla West Coast si mescola sapientemente con il lavoro del critico, dandoci una grande enciclopedia della cultura americana, alla quale – come ha scritto Goffredo Fofi – “manca solo l’indice dei nomi”.
S.D.B.