Winning in the rain: giocare con la pioggia

Una delle poche certezze degli inglesi è di avere sempre con sé l’ombrello, perché la pioggia può arrivare da un momento all’altro.
Chissà cosa avranno pensato Raikkonen e Massa, e chissà se Federer e Nadal non si siano sentiti per un attimo interpreti di un poema omerico, dove l’acqua, che d’improvviso scende dal cielo, ha sempre un ruolo da protagonista.

Gondolieri e non piloti, così si saranno sentiti a Silverstone i due ferraristi, che non sono riusciti a rimanere a galla in un Gp che somigliava sempre  più ad una prova speciale di kayak nelle cascate del Niagara.

Raikkonen, da perfetto “Iceman”, è riuscito nell’impresa di non affogare nel circuito ridotto a un fiume in piena .
Massa, invece, sembrava che stesse già in vacanza: una sequela di testacoda e scivoloni neanche fosse all’Acquafan di Riccione.

L’unico a scampare alle ire temporalesche che si sono scatenate sul circuito di Siverstone è stato, ironia della sorte, proprio l’inglesino Lewis Hamilton, che ha trionfato nella gara di casa, mettendo a tacere le critiche delle ultime settimane.

Pioggia, e tanta, anche sulla finale di Wimbledon.
Federer e Nadal hanno messo in scena l’ennesimo atto del loro duello, stavolta sull’erba del centrale più famoso e prestigioso.

Gli dei hanno tifato per lo spagnolo, portandolo prima sul 2-0, trascinandolo poi nell’Ade di un entusiasmante quinto set.
Lo spagnolo, dopo cinque ore, due interruzioni e quattro match point ha trionfato scagliando l’ultima freccia del suo arco: quella che ha sconfitto l’eterno avversario, il migliore del mondo, “il re Federer”.
Chissà, ora, di quale  irato “Pelide” canterà la Musa.

(A. V.)