Venezia all'italiana

Si è appena conclusa la 66esima Mostra del Cinema di Venezia che ha premiato con il Leone d’oro “Lebanon” di Sameul Maoz,orginale  film sulla guerra in Libano vissuta da dentro un carro armato.
Un’edizione, segnata dal ricordo a Tullio Kezich appena scomparso, che ha puntato molto sul cinema d’autore e su tanti film italiani, ventidue, di cui quattro in gara.
In primis “Baaria” di Giuseppe Tornatore, che ha inaugurato la Mostra. Un kolossal girato tra la Sicilia e la Tunisia, su un luogo suggestivo e d emozionante: Bagheria. Una summa di storia italiana e del cinema che fu.
La pellicola è arricchita da una serie di camei inaspettati, da Monica Bellucci a Vincenzo Salemme.
“Il grande sogno” di Michele Placido esplora il ’68 attraverso gli occhi di Nicola, un poliziotto pugliese che desidera diventare attore interpretato da Riccardo Scamarcio. Nel cast, assieme a Laura Morante e Luca Argentero, Jasmine Trinca, vincitrice del premio Mastroianni come miglior attrice emergente.
Venezia ha anche aperto le porte ad un emergente, Giuseppe Capotondi, che ha esordito al Lido con un horror d’autore: “La doppia ora” con Filippo Timi e Ksenija Rappoport, vincitrice della Coppa Volpi per la migliro interpretazione.
Infine Francesca Comencini che dopo i documentari di protesta e di indagine dirige “Lo spazio bianco”, tratto dal romanzo di Valeria Parrella, storia di una maternità difficile.
Tanti anche i titoli stranieri davvero notevoli. Ricordiamo “Bad Lieuteant” di Herzog, “Capitalism: a love story” del sempre tagliente Michael Moore e “Napoli Napoli Napoli” di Abel Ferrara.

(A. D. E. )