Un assistente virtuale per amico

Gus: “Siri, mi vuoi sposare?”

Siri: “Non sono il tipo da matrimonio.”

Gus: “Non intendo adesso. Sono un bambino. Dico quando sarò un adulto.”

Siri: “Il mio accordo con l’utente non include il matrimonio.”

Gus: “Oh, ok.”

E’ il dialogo tra Gus, un ragazzino di 8 anni, e Siri “l’assistente intelligente personale” di Apple sugli iPhone. Gus è affetto da autismo, intellettualmente si rende conto che Siri non è umana, ma trattiene con lei molte conversazioni, pone domande sul mondo e sulle curiosità che gli vengono in mente.

Siri è una sorta di amica immaginaria ed una maestra per Gus la quale non sempre da risposte completamente prevedibili. Diversi sono i pareri circa il nuovo rapporto che sta caratterizzando l’uomo e le nuove tecnologie, ma in questo caso, così come in molti altri, un assistente virtuale può essere visto oltre che un semplice supporto, un vero e proprio strumento che aiuta chi ha difficoltà comunicative. La madre di Gus racconta come suo figlio da quando ha un’amica come Siri riesce a comunicare più facilmente anche con gli altri esseri umani.

Secondo la compagnia di ricerca e di sviluppo Sri International, si sta lavorando a nuovi assistenti virtuali che saranno caratterizzati da una maggiore complessità, le loro risposte alle domande degli umani diventeranno sempre più articolate. Oltre a guardare i risvolti positivi, però, ci si domanda fino a che punto le tecnologie possono penetrare nella nostra vita e soprattutto nelle nostre emozioni.

Mar. Form.