Tre racconti alla luce dell’alba per “tornare a casa”

Nell’ultimo romanzo di Alessandro Baricco, “Mr Gwyn”, si accenna, a un certo punto, a un piccolo libro scritto da un angloindiano, Akash Narayan, e intitolato “Tre volte all’alba”.

Si tratta naturalmente di un libro immaginario, ma nelle vicende lì raccontate, esso riveste un ruolo tutt’altro che secondario, e ora Baricco ci stupisce ancora tornando in libreria con un nuovo libro che porta proprio questo titolo: , edito dalla Feltrinelli.

Tre volte all’alba” è un libro delicato e intenso. Tre racconti e in ogni racconto solo due personaggi, due sconosciuti che s’incontrano per caso in età diverse e in tempi diversi e si donano parte della loro storia, in modo spontaneo, ma incomprensibile a sé stessi. Si lasciano andare alle loro stesse parole e la loro storia si fa corpo insieme all’altro che ascolta, mentre il racconto è rischiarato dalla luce dell’alba, che è una luce speciale perché “è quella giusta per tornare a casa ed è l’unica che ci fa sentire davvero puliti” .

Sono personaggi che hanno sempre dovuto ricominciare da capo, o almeno ci hanno provato, perché: “Gran parte della gente sogna di ricominciare da capo, e che in questo c’era qualcosa di commovente, non di pazzo”.

Insomma, tutto torna: torna la fantasia, il fascino, l’abilità e la bravura di uno dei più amati scrittori italiani che non smette mai di meravigliarci.

Tre racconti, tre storie a sé, ma che in un certo punto, labile e quasi impercettibile, s’incrociano e per poco – per pochissimo – diventano una sola grande storia. Racconti lievi, scritti in maniera eccellente, con musica lenta e bellissima.

G. P.