"Silvio Forever" di Rizzo e Stella

Punto primo: sono simpatico. Punto secondo: ho un po’ di grano. Punto terzo: la leggenda dice che ci so fare.”

Per la regia di Roberto Faenza e Filippo Macelloni e la sceneggiatura di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo (gli autori de La casta), lo scorso 25 marzo è uscito nelle sale “Silvio Forever – autobiografia non autorizzata di Silvio Berlusconi”, documentario che racconta attraverso la voce del suo protagonista la storia infinita dell’uomo più amato e odiato d’Italia.

“Col tempo” scrivono gli autori “tutto ha iniziato a ruotare sempre di più intorno a lui. Solo a lui. Ossessivamente a lui.” Tanto che il film, che doveva essere la storia di un solo uomo, si è rivelato in realtà rappresentativo dell’intero Paese che – appunto – da anni non fa che girare intorno all’attuale presidente del Consiglio.

Realizzato unicamente con immagini tratte dalla televisione e dalla rete e con la voce narrante originale, solo in qualche caso doppiata da Neri Marcorè, “Silvio forever” ha fatto subito parlare di sé per la polemica con la Rai, che il 4 marzo ne ha sospeso lo spot, nel quale comparivano dichiarazioni della madre di Berlusconi, deceduta nel 2008.

Secondo lo scrittore e giornalista Peter Gomez il film, “proprio perché non vuole essere ‘un film politico’, come ripetono gli autori, avrebbe forse dovuto avere un maggiore rigore documentaristico. Berlusconi è un personaggio complesso che va narrato in tutte le sue sfaccettature. Per questo le piccole omissioni rischiano di trasformarlo, semplicemente, in una simpatica canaglia.”

S.D.B.