Quando la politica influenza il calcio

Sconfitti in finale con un rocambolesco gol all’ultimo minuto del secondo tempo supplementare. Non poteva maturare in modo più scottante la sconfitta della nazionale di calcio di Pyongyang battuta, durante la finale dei Giochi Asiatici, dai nemici-rivali-cugini della Corea del Sud.

E mentre a Seoul, capitale della Corea del Sud, la vittoria è stata celebrata esonerando gli eroi sportivi dal servizio militare; al Nord gli sconfitti rischiano addirittura la pena di morte.

Il leader nordcoreano Kim Jong – Un, riapparso sulla scena internazionale dopo un mese di silenzio, avrebbe infatti preso cosi male la sconfitta che ha deciso di incarcerare tutta la squadra nazionale di calcio.

A scriverlo, etichettandola come una “sconfitta umiliante” è stato il giornale ufficiale della Corea del Nord: il Rodong Sinmun.

La partita, la prima tra le due nazionali risale al 1978, si è giocata lo scorso 2 ottobre; ma i fatti sono stati scoperti qualche giorno fa, in seguito alle dichiarazioni dell’associazione Nessuno Tocchi Caino. Dopo il fischio finale, i giocatori della nazionale della Corea del Nord sono stati scortati e trasferiti in una prigione di massima sicurezza.

Il dittatore Kim Hong-Un non ha commentato ufficialmente questa bruciante sconfitta, ma sembra che il colorito leader nordcoreano si sia ferocemente arrabbiato e che intende giustiziare in pubblico tutto lo staff della Nazionale poiché si può perdere con tutti, ma non con i rivali sudcoreani.

Enr. Rus.