Mostra Vincenzo Gemito

“Egli aveva nome Vincenzo Gemito. Era povero, nato dal popolo; e all’implacabile fame dei suoi occhi veggenti, aperti sulle forme, si aggiungeva talora la fame bruta che torce le viscere. Ma egli, come un elleno, poteva nutrirsi con tre olive e un sorso d’acqua.”Così è ricordato l’artista Gemito da Gabriele d’Annunzio nel suo “in morte di Giuseppe Verdi” nel 1901.

E’ il Museo Diego Aragona Pignatelli Cortes il teatro giusto per la mostra su Vincenzo Gemito, dopo oltre cinquant’anni da quella tenutasi a Palazzo Reale nel 1953. Le suggestioni pompeiane della dimora inglese del 1826 accolgono le opere del genio Gemito, con il visitatore che si perde tra le stanze della enorme domus e i 150 tra disegni, terracotte, bronzi, gessi, cere e oreficerie, espressione di quel desiderio dell’artista di superare quelle continue prove offerte dalla esperienza umana. Giunti a villa Pignatelli è possibile scaricare, tramite bluetooth, sul proprio cellulare la guida multimediale sia con una ricca introduzione alla mostra e all’artista, sia una descrizione delle varie "sale" divise per tematica, poichè in Gemito si ripropongono spesso i medesimi soggetti/temi (fanciulli, Alessandro Magno ecc..).

Personaggi storici, temi sociali, meduse: non solo strumenti di espressione artistica, ma sopratutto ricerca dell’essenza della forma fissata nel gesto e nell’attimo.

Ma la mostra non è solo un momento per il profano di conoscere le opere di Gemito: grazie a documenti, lettere, fotografie, disegni e bozze inedite, la mostra si volge anche allo studioso o a chi vuole scoprire passo passo la vita dell’artista.
 

(S. D. V. )