Metti una sera, un Rocky Horror al Duel Beat..

 Giovedì 16 novembre. Ore 22.

Agnano. Siamo al Duel Beat, ex cinema, ora uno dei multi-club più noti e importanti per la live music, l’arte e la cultura moderna a Napoli e in Italia.

Una discreta varietà di gente, giovanissimi, quasi trentenni, e qualcuno anche più in là con gli anni, aspetta l’inizio dello spettacolo tra un drink e un altro, con uno sguardo rivolto ai tecnici che predispongono con impegno il tutto.

La presenza nel pubblico di qualche coppia vestita a metà tra dark, vampiresco e abiti multicolore, dimostra che sta per avere luogo un interessante esperimento artistico, a metà tra spettacolo teatrale e live concert, un’attesa versione “clubbing” del celeberrimo musical cinematografico Rocky Horror Picture Show, dall’emblematico titolo Rocky Horror Tribute Show, messo in scena da una polimorfa compagnia romana, la Glitter Company, a partire da un’idea del napoletano Max Russo (qui anche nelle vesti del protagonista Frank’N’Furter), per la regia di Barbara Alesse.

È proprio la giovane regista a prendere la parola e ad introdurre lo spettacolo.

“L’esperimento” si dimostra alquanto particolare: sin dall’inizio sul palco si alternano forte ironia, e capacità di liberare il proprio genio artistico e la propria presenza scenica pur nell’affollamento dei 5 musicisti e 7 attori.

Altrettanto sorprendente la dose di coinvolgimento del pubblico: una cameriera è in realtà la prima a cantare la sigla di testa, la prima canzone, in mezzo al pubblico, su cui fa piovere fili dorati e multicolore che subito catapultano lo spettatore nell’universo variopinto e un po’ kitsch.come se l’ingresso di tutti i musicisti in giarrettiera non fosse già bastato!

Dopo una primissima sezione molto fedele all’opera di O’Brien e Sharman, partono le contaminazioni della compagnia: la figura del narratore un po’ imbalsamato è completamente rivisitata da  Angelo Gerardo Leggieri, che porta sul palco un personaggio sempre mutevole, un divo degli anni ’30 alla Humphrey Bogart, che in corso d’opera diventa un po’ primadonna isterica, un po’ vamp egocentrica, a metà tra certi “non-personaggi del people show televisivo” (chi ricorda una certa Tina, che come questo assurdo narratore girava sempre con il boa di struzzo al collo, tra una De Filippi ed un Ristorante?) e la parodia per eccellenza delle bionde presentatrici nostrane, la Vulvia di Corrado Guzzanti di Rieducation Channel (L’Ottavo Nano); senza dimenticare alcune citazioni “di autore”, assolutamente esilaranti, dalle patatine di Rocco Siffredi alle siglette della Rai degli ultimi anni!

Sono proprio alcune di queste citazioni a scandire le differenze con il musical d’origine: tutta la compagnia si impegna in un’operazione assolutamente postmoderna, a metà tra euforia e nostalgia, inventiva e incoerenza, giocosità e piacere effimero, nel cercare di trasportare nel “Rocky Horror” tutto ciò che è stata la cultura di massa seguente.

Infatti ne escono fuori citazioni assolutamente “localistiche”, come il “provare, provare, provare” ripetuto da una Janet/Laura Angelini, che ricorda abbastanza l’originale interpretata nel film da Susan Sarandon, e un po’ l’Amanda Sandrelli di “Non ci resta che piangere” di Troisi/Benigni, e altre davvero globali, come nel lungo inserto che in pochi minuti ripercorre alcune tappe fondamentali della pop-rock music di consumo giovanile, dalla Cindy Lauper di “Girls just wanna to have fun” (titolo quanto mai indicato per celebrare le avventure di Janet.) a “Satisfaction” dei Rolling Stones, passando per  “Starman” di David Bowie, inno di ogni meteora televisiva, e la spenseriata “Wake me up” degli Wham, senza trascurare l’ originale reprise, nel corpo dello spettacolo, di “Sweet dreams” degli Eurythmics.

L’entusiasmo e l’originalità degli artisti sul palco si libera nei bis finali, che coinvolgono in maniera diretta il pubblico, che, in un’eclissi della distanza, in una rottura del confine, tra palco e realtà, è per tutto lo spettacolo chiamato sempre in causa.

Un’atmosfera di gioia, allegria e convivialità (in assenza del vino, si beve una bottiglia di birra e qualche cocktail.) si respira anche nei camerini, dove saliamo per le interviste: sono molti tra i membri della compagnia a sottolineare l’importanza di questo clima per la riuscita dello spettacolo.

Quando chiediamo alla regista ed alcuni attori come siano state partorite performance così variegate, tutti rispondono chiamando in causa un mix tra attitudini individuali, improvvisazione e un tocco di ironia.

Musicisti ed attori sottolineano lo spirito di gruppo, la collaborazione di chi li ospita nei club e la partecipazione del pubblico come chiavi del loro piccolo grande successo professionale e personale.

Tutto questo in una serata che per noi inviati di Radio F2 è stata sola la prima di una serie di live ed eventi a cui la nostra radio d’ateneo parteciperà in collaborazione con il Dual Beat di Agnano, allo scopo di promuovere una cultura artistica e musicale matura tra gli studenti dell’ateneo.

Il prossimo appuntamento è tra due settimane, giovedì 30, con il live dei Folkabbestia!

Francesco Marrazzo