Marco Archetti, Gli asini volano alto

Milano 1989. Basterebbero queste due parole per riassumere l’incipit di Anche gli asini volano alto (Feltrinelli, € 16,00, pp. 219) nuovo romanzo di Marco Archetti, promessa della nuova narrativa italiana, reduce dal successo di Lola Motel.

Stavolta la storia è la vicenda di una famiglia poco convenzionale, scandagliata in ogni minimo vizio e difetto attraverso le originali vite di due fratelli: Arto e Giosuè.
   
Fratelli neppure di nome. E poco importa se la vita li vuole diversi pure di fatto. Arto ossessionato da una bramosa voglia di vivere che si traduce nella consueta sperimentazione sessuale di ogni adolescente. Giosuè, con la vita che sembra averlo inghiottito, e che si chiude fra le mura di un seminario, assillato dalla meta della santità.
Il primo sogna il suo nome campeggiare nelle librerie. L’altro vede il suo scritto su un calendario. Sacro e profano sembrano essere il dettato dell’uno e la regola dell’altro.

Sullo sfondo, la crisi del comunismo, il fallimento di un ideale e l’ascesa di una nuova borghesia capitalistica che comincia a trasformare l’Italia e l’Europa tutta. E proprio alla volta dell’Europa che i due fratelli decideranno di partire insieme, accomunati da una profonda crisi che rivelerà loro la forza del legame che li ha sempre tenuti uniti a un comune destino.

Da Lourdes fino alla Spagna Giosuè si avvierà a trasgredire i dieci comandamenti uno per uno. E Arto si troverà a badare al fratello e a governare l’imbarazzante sudario di menzogne che ha tessuto per la famiglia.

(R. S. B. )