Macbet al Mercadante

“La vita, è un’ombra che cammina […] una storia narrata da un idiota piena di urla e furore, che non significa nulla”. É il V atto, Macbet è diventato un re con le mani impregnate di sangue, ma non può che accettare la sua sconfitta: troppi omicidi pesano sul suo capo, non solo la corona. La sua amata moglie è avvolta dalla follia, i nemici premono alle porte. Un declino lento e inesorabile, iniziato quando lui stesso aveva detto: “ho ucciso il sonno”. Per il potere ha ammazzato il re in cui credeva, per conservarlo ha continuato ad uccidere. Nessuno dorme più tranquillo, nemmeno lui.
In questo incubo cade lui, cade la Storia. 
La tragedia scozzese di William Shakespeare rimane viva, intensa, drammatica ed emozionante ancora oggi, e la messa in scena integrale di Gabriele Lavia al Teatro Stabile di Napoli (dal 20 al  31 gennaio) la rende attuale: il racconto del nostro presente. E bisogna andare al di là di corone, mantelli, troni e vessilli: il potere assilla, germina come desiderio, diventa ossessione, ancora oggi.
Oltre a curarne la regia, Lavia è  lui stesso Macbet, assieme a Giovanna Di Rauso, Maurizio Lombardi, Biagio Forestieri, Patrizio Cigliano, Mario Pietramala, Alessandro Parise, Michele Demaria, Daniel Dwerryhouse, Fabrizio Vona, Andrea Macaluso, Mauro Celaia, Giorgia Sinicorni, Chiara Degani, Giulia Galiani. Le scene sono di scene Alessandro Camera , i costumi di Andrea Viotti, le musiche di Giordano Còrapi, disegno luci di Pietro Sperduti. 

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