Los Campesinos!, “Romance is Boring”

Piccoli indie rockers crescono. Due anni dopo l’uscita del bel debut “Hold On Now Youngster”, e del secondo convincente capitolo, “We Are Beautiful, We Are Doomed”, i Los Campesinos! pubblicano “Romance is Boring”, il disco della crescita.
Maturano, i Campesini, come se questi due anni passati a suonare in giro per il mondo avessero avuto il ruolo di passaggio da un’adolescenza allegra, colorata e caciarona ad un’età adulta incerta ed introspettiva.
Maturano perché alcuni meravigliosi episodi dal mood arioso e malinconico non avrebbero potuto trovare spazio nelle due prove precedenti. Maturano perché la loro creatività musicale sembra aver allargato i propri orizzonti.
Maturano rimanendo comunque loro, e questa è la cosa più importante: i brani  non hanno perso la freschezza degli esordi, e loro sono sempre i sette ragazzi gallesi di due anni fa, ma meno nerd e più intellettuali.
E allora, dall’opener In Medias Res (esatto – viene da pensare – proprio all’improvviso) passando per la noisy Plan A e la splendida The Sea is a Good Place to Think of the Future, fino ad arrivare all’interessante mistura di ambient e shoegaze in Coda: A Burn Scar in the Shape of the Sooner State (un Sigur Ròs meet My Bloody Valentine) i Campesini convincono, eccome.
In questo 2010, che ha già visto ottime uscite nonostante siamo solo in febbraio, Romance is Boring si candida ad essere uno dei dischi dell’anno.
Teneteli d’occhio, i Los Campesinos!: saranno i Pixies degli anni ZeroDieci.

(A. C. )