L'isola che non c'è di Edoardo Bennato

1980, Edoardo Bennato è sul tetto d’Italia e delle classifiche. Scudiscia con violenza la classe dirigente con l’album “Uffa! Uffa!” colmo di furore punk – decisamente inaspettato dal rocker di Bagnoli – e testi al vetriolo (soprattutto in Allora avete capito o no?). Manca però l’incisività di Burattino senza fili del ’77, il concept collodiano che dipinge il mondo politico e sociale degli anni settanta affollato di gatti e volpi, di mangiafuoco e i grilli parlanti.

Bennato vuole di più, e deve tornare alla fiaba. Se “Uffa! Uffa!” lascia spiazzati e scontenti, “Sono solo canzonette” esce dopo pochi mesi, ed è un capolavoro di rock forte e intimo, di folk che racconta della gente e dei sogni che cercano spazio per diventare veri.

E non è un’invenzione
e neanche un gioco di parole
se ci credi ti basta perché
poi la strada la trovi da te.