Leggerezza ed eleganza nel romanzo postumo di Lelio Luttazzi

L’erotismo di Oberdan Baciro”, edito da Einaudi, è un’esilarante parabola esistenziale scritta da , musicista e presentatore televisivo di origini triestine che raggiunse l’apice del successo durante il secondo dopoguerra.

Giocoso, erotico, impudente, il «manoscritto ritrovato» del musicista cattura il lato più leggero e insospettabile dell’epoca fascista, con una storia d’infanzia e formazione felicemente fuori da ogni schema. Un piccolo capolavoro che racconta la storia di un ragazzo di Trieste perduto (in senso buono) nel mistero dell‘Eros.

A Oberdan Baciro è venuto a mancare il padre. Vive con la madre, una maestra tutta d’un pezzo che appoggia le idee del Duce. Il ragazzo è  tremendamente incuriosito dalle donne. Nel piccolo paese di provincia in cui vive tutto è grigio e triste, non c’è vita e, come se non bastasse, la madre gli impone un’educazione molto severa. La sua smania di scoprire il mondo femminile non si placherà nemmeno quando prende la decisione di trasferirsi a Trieste, dove dopo aver scoperto di avere un incredibile talento musicale, diventerà un abile pianista. E’ lui con il suo pianoforte ad animare le feste del liceo, e proprio in una di queste occasioni conoscerà le giovani ragazze Meyer, che fanno parte di una facoltosa famiglia ebrea. Con atteggiamento ambiguo e malizioso, anche loro accenderanno il desiderio di Oberdan. Sul futuro del giovane, però, non ci sono le donne, ma la guerra.
Siamo nell’Italia degli anni ’30, il fascismo imperante e retorico che corre diretto verso il baratro del secondo conflitto mondiale, in un mix di machismo e delirio di onnipotenza a cui, fortunatamente, Oberdan non abboccherà, perché certo l’eros non è machismo e il ragazzo di Trieste lo sa benissimo.
Lui conserverà – ribellandosi al Duce – il suo ‘ideale’ di vita.

Nel romanzo di questo artista colto e raffinato non c’è nulla di perverso, nulla di morboso. C’è l’eterno gioco del promettere e dello scappare un momento prima. Un rincorrere che aguzza i sensi, una perenne attesa foriera di chissà quale scatenarsi di sensi che mai troveranno fine.

Lelio Luttazzi verrà ricordato non solo per la sua musica e per la sua signorilità, ma anche per la sua abilità come scrittore che, ne ”L’erotismo di Oberdan Baciro”, ha dimostrato di possedere. Una scrittura leggera, elegante, d’altri tempi, una perfetta riproduzione di quello che è stata la sua persona.

G.P.