Le onde elettromagnetiche, queste sconosciute

La preparazione della serata non è delle migliori: trascuro il fatto che, mentre si scatena la bagarre per la partecipazione al Rocky Horror Show, io continuo nella sempre più  disperata ricerca di compagnia per la conferenza “Immersi nelle onde..elettromagnetiche! Siamo viziati o inquinati?” secondo incontro del ciclo “Come alla Corte di FedericoII”. Quando ormai tutto sembra perso, la mia salvezza si chiama Anna.

Perfettamente in linea con il mio stile, non solo faccio aspettare la mia accompagnatrice, ma il “leggero” ritardo si ripercuote anche sulla partecipazione all’incontro, che però non è altrettanto paziente come la mia accompagnatrice, e non aspetta certo noi per dare il via alle danze.

Con qualche minuto di ritardo, ci guadagniamo due degli ultimi posti a sedere in una sala gremita fino all’orlo. Chissà perché, qualcuno si aspetta di passare la conferenza a scrutare l’orologio in balia di disquisizioni tecniche sull’argomento, fino alla liberazione del rinfresco finale. Al contrario, io rimango immediatamente colpito dall’eloquio piacevole ed amichevole del Prof.Giorgio Franceschetti, semplice ed immediato.

“E chi se lo aspettava”? Continuo a ripetermi, mentre ci si appresta ad entrare nel vivo dell’incontro

 

Ad ogni nuova parola mi rendo conto che viviamo praticamente immersi nelle onde elettromagnetiche, spesso ignorandone l’esistenza.  La mia sensibilità viene definitivamente conquistata quando si insinua in me la consapevolezza che tutte le forme di comunicazioni moderne fondano le proprie radici sulla teoria della propagazione delle onde elettromagnetiche: dalla radio alla televisione, passando per Internet: non esisterebbe,quindi, comunicazione globale senza le onde elettromagnetiche.

 

La scoperta delle onde elettromagnetiche segna un passo epocale nella storia della scienza, che si riflette direttamente nella storia: dalla rivoluzione industriale all’era della comunicazione digitale, la concezione dei corpi e dello spazio si trasforma, da energia in informazione.

 

Con la semplicità che contraddistingue i grandi comunicatori, il Prof. Franceschetti dispensa pillole di saggezza “elettromagnetica” ad ogni domanda, che da sole valgono la partecipazione all’incontro. Si guadagnano subito il diritto di citazione.

 

Innanzitutto, viene chiarito il rapporto tra salute psico-fisica dell’uomo e onde elettromagnetiche: non è scientificamente provato che, a breve e medio termine, l’esposizione a campi elettromagnetici relativamente poco intensi, come quelli generati dai più diffusi dispositivi tecnologici (telefonini, elettrodomestici, etc), comporti rischi per la salute dell’uomo.

D’altra parte, se la salute dipendesse dall’intensità dei campi elettromagnetici a cui si è esposti, allora faremmo bene a “tenerci lontano” dalle apparecchiature elettroniche, in quanto il campo elettromagnetico generato da un dispositivo varia con il quadrato della distanza, mano a mano che ci si allontana dalla sorgente. Ciò significa, ad esempio, che utilizzando l’auricolare in combinazione con il cellulare, è possibile diminuire il grado di esposizione del cervello a tali campi.

Poi la questione si fa “tecnica”, e tocca parlare delle differenze tra alte e basse frequenze.

I dispositivi che lavorano alle alte frequenze influiscono meno sull’uomo di quelli che lavorano alle basse frequenze, in quanto il campo magnetico generato da questi ultimi penetra più facilmente l’organismo.

Come la pizza con la mozzarella e la bruschetta con il pomodoro, le onde elettromagnetiche non sono mai servite da sole, ma sempre accompagnate dalle formule di Maxwell come contorno. Ma questa volta, la scelta è di servirle come dessert. Qui il Prof. Franceschetti dà il meglio di sè, probabilmente riconoscendo “l’aria di casa”.

Gli vengono concessi cinque minuti, cinque, per spiegare in termini “commestibili” le specialità offerte dalla casa: le equazioni di Maxwell prevedono non soltanto che una variazione di campo magnetico produca un campo elettrico, ma anche che una variazione di quest’ultimo generi un campo magnetico. Questo scambio continuo, tra variazioni di campi elettrici e magnetici, risulta in un movimento invisibile che si propaga nello spazio, simile ad una danza: è il tango delle onde elettromagnetiche.

 

Il futuro? Non si basa solo sulla disponibilità di strumenti e tecnologia, ma soprattutto sul loro uso.

 

La domanda più diffusa rimane comunque: ”Se e come difendersi dai rischi derivanti dall’eccessiva esposizione dell’uomo ai campi elettromagnetici?”

 

La risposta? Conoscenza e Informazione, questa è la via.

E dopo stasera, sento di saperne già un po’ di più……

 

E.C.