Le nuove frontiere della scienza

“Il frammento è immagine del tutto”: Gianni D’Anna, esperto di malacologia ed entomologia, presenta al Centro Musei delle Scienze Naturali dell’Università degli Studi di Napoli Federico II una mostra incentrata sulle teorie del caos e in particolar modo dei frattali. Le strutture frattali si caratterizzano per la loro autosimilarità, ossia per la proprietà che ha, ciascuno dei propri elementi, di essere una parte del "tutto": questa è la definizione più intuitiva che si possa dare di figure che in natura si presentano con una frequenza impressionante ma che non hanno ancora una definizione matematica precisa. Attualmente, l’atteggiamento più diffuso è quello di considerare frattale una struttura che abbia i caratteri dell’autosimilarità, dell’irregolarità, della rivelazione di dettagli ad ogni successivo ingrandimento. Scoperti utilizzando i potenti computer della NASA dal matematico polacco, Benoit Mandelbrot, i frattali (da fractus, termine latino che significa frazionato, interrotto) si ottengono mediante algoritmi che consentono di realizzare e rendere visibili fenomeni naturali reali, oggetti irregolari e aleatori.

La teoria frattale, in contrasto con la linearità della geometria euclidea, tende alla spiegazione di alcuni fenomeni e forme naturali, come la conformazione di alcuni tessuti, sia animali che vegetali, oppure la disposizione dei corpi nello spazio o delle fratture della crosta terrestre. Un’intuizione che origina dalla certezza del valore estetico e della natura, la cui non conoscenza assoluta comporta un preciso momento di sublimità. I frattali sono stati considerati, dai puristi euclidei, l’architettura del Caos, ovvero “l’ordine della casualità apparente”. L’espansione e ripetizione della forma all’infinito delle opere di D’Anna non sono altro che la progressione di una percezione intuitiva. L’azione artistica e compositiva dunque mira all’espandere questo particolare della natura ad una dimensione più ampia, dove la percettività tende ad assottigliarsi fino alla ridefinizione del suo nucleo iniziale, in netta contrapposizione con un’idea di spazio assoluto.

 
V. C.