“Le donne del sesto piano” di Philippe le Guay

Parigi, anni ’50. La famiglia Joubert ha bisogno di una nuova domestica e a Suzanne, amiche alto borghesi, consigliano la signora Joubert una domestica spagnola: “è la nuova moda” le dicono.

Philippe le Guay dipinge, secondo Mereghetti, “un ritratto a due toni e a due tinte”, in cui le differenze sociali e culturali vengono sviscerate in due ambienti vicini fra loro, uniti dall’intrusione da parte dei personaggi dell’uno in quelli dell’altro.

In quel periodo la rigida divisione sociale tra classi era sottolineata da una rigidissima divisione architettonica che prevedeva le stanze del personale nel sottotetto. Appena Maria inizia a lavorare presso i Joubert se ne conquista immediatamente la fiducia. Prima fra tutte quella del monsieur Jean-louis Joubert, uomo pignolo, meticoloso e metodico ma che si rivela particolarmente sensibile al calore che scopre qualche piano più su del suo: i rapporti di amicizia e solidarietà fra le donne spagnole, il clima vivace e allegro che si respira contrastano con quello asettico della borghesia parigina.

“L’idea vincente di questa commedia” continua Mereghetti “è nella sua capacità di raccontare il confronto tra due mondi che si incontrano ogni giorno ma che sembrano incapaci di capirsi e parlarsi”.

Philippe Le Guay racconta questa differenza solo con apparente leggerezza: ad uno sguardo più attento e critico trapela tutta la sua intelligenza, l’ironia e l’originalità de “Le donne del sesto piano”.

S.G.M.