L’Architettura dei nostri giorni…

Dando uno sguardo complessivo all’architettura dei nostri giorni, la caratteristica preponderante sembra essere la diversità: di stili, linguaggi, orientamenti.

La scena attuale è contraddittoria, ricca, sconvolgente. Alcuni critici affermano che le attuali tendenze possono essere raccolte sotto la comune denominazione di pluralismo moderno.

Diventa ardua impresa sintetizzare cos’è oggi l’architettura, sebbene sia possibile riconoscerne degli aspetti comuni. Innanzitutto deve rispondere a nuove esigenze della vita pubblica, dai nuovi luoghi per lo shopping (Centri Commerciali) a quelli per le grandi manifestazioni (Olimpiadi).

Poi è sempre più importante il dialogo con il contesto urbano, dai vuoti urbani come le periferie abbandonate, ai tessuti ormai consolidati quali la città storica pluristratificata.
Inoltre, nell’era dell’immagine anche l’opera architettonica deve adeguarsi alla competizione visiva e cioè deve essere capace di attrarre.

I linguaggi si mescolano e la nuova architettura da un lato sembra cercare una totale autonomia partendo da comuni premesse, per esprimere volutamente un contrasto, mentre dall’altro sembra raccogliere personalità diverse in un’unica logica con lo sguardo rivolto anche alla tradizione. Alcuni nomi spiccano nell’attuale panorama architettonico: Frank O. Gehry, Zaha Hadid, Renzo Piano, Fuksas, Norman Foster, Santiago Calatrava.

Esempi tangibili delle ultime tendenze nel panorama dell’architettura dei nostri giorni sono il “Guggenheim” a Bilbao di Frank O’Ghery che  rappresenta una vera e propria sfida, sia dal punto di vista spaziale, sia per l’uso di materiali innovativi. Rompe ogni tradizione classica con la carica esplosiva delle sue linee curve, palesandosi a pieno titolo come opera decostruttivista.

Poi c’è il “Naoshima Gallery” di Tadao Ando che ritorna alla purezza della geometria. Un ritorno alla severità nell’uso delle forme e nella scelta dei materiali, un accento più forte al relazionarsi con gli elementi naturali: linee nette e ampie vetrate delineano gli spazi.

(B. I.)