La rabbia ancora giovane dei Green Day

Dopo cinque anni dal successo di American Idiot tornano i Green Day con “21th century break down” una rock-opera di 18 brani divisi in tre atti (1.heroes and cons – 2.charlatans and saints – 3.horseshoes and handgranades) che racconta la storia di Christian e Gloria sullo sfondo del crollo del secolo in corso. E sulla copertina ci sono due ragazzi che si baciano vicini ad un muro di mattoni rossi.
Però sull’ambizioso progetto del trio già fioccano le critiche dei fan: qualcuno lo definisce un debole compromesso tra le sperimentazioni prog e le radici punk della band, altri, pur riconoscendo la varietà stilistica dell’album, non hanno ascoltato niente di nuovo.
Per qualcuno i pezzi più forti e “chiassosi” non hanno smalto e sono lontani dalle mitiche band (Who, Clash, Sex Pistols, Ramones) da cui la band si è sempre sentita ispirata. I migliori giudizi sono per le ballate, un po’ retrò in cui sembra emergere la maturazione artistica del gruppo.
Testi impegnati e un singolo “Know your enemy” il cui video, diretto da Mathew Cullen, è ambientato a Los Angeles; Billie joe , Dirnt e Tre Cool suonano di notte, nessuno li ascolta a parte degli elicotteri che li sorvegliano dall’alto, per sottolineare quel clima di paura e repressione contro cui la canzone spinge a ribellarsi: “burning down the foreman of control” urlano nel ritornello.
Un disco da ascoltare e riascoltare per poter apprezzare la varietà e lo spirito, ma l’importante è non spegnere la musica. E nel nuovo singolo viene urlato “silence is the enemy”.

(L. A.)