La Napoli misera e felice di Shand Kydd

Volti intensi e occhi enormi, sgranati, autentici colti in una giornata di mare al Lido Mappatella. Una partita di calcio tra i vicoli e gli slarghi del centro storico con le porte dipinte su muri di tufo. Un formicolante assembramento in una giornata di agosto in pochi metri quadri di spiaggia. E ancora panchine travolte dal sole, chierichetti in processione con orecchino e sguardo languido, venditori ambulanti stracarichi di merce.
Lo sguardo di Johnnie Shand Kydd, tra i più originali fotografi britannici, si è posato su Napoli: sui suoi angoli e i suoi scorci, ed è diventato un diario di stupore, di scoperta di un mondo a tratti barbarico, primitivo, solare e cupo esposto al Museo Madre fino al 15 febbraio 2010.
Un avventura napoletana nata per caso, ed anche molto distante dai locali notturni di Londra, le sfilate, il glamour solitamente ritratti da Shand Kydd.
Ogni foto è una scoperta, rivelata con discrezione, e conserva un’aura di autenticità grazie all’utilizzo di una Mamiya degli anni ’60, una vecchia “due lenti”. Un rifiuto del digitale che diventa scelta per folgorare i soggetti e riproporli nella miseria che è miseria, nella felicità che è felicità.

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