La Clemenza di Tito al Teatro San Carlo

"Una porcheria tedesca in lingua italiana": così fu definita "La clemenza di Tito"al tempo della prima rappresentazione al Nationaltheater di Praga per l’incoronazione di Leopoldo II a re di Boemia il 6 settembre 1791. Era l’ultima opera di Mozart, prima della morte che lo colpì il dicembre dello stesso anno.
È tra i melodrammi meno rappresentati del genio di Salisburgo, e rivive sul palco del rinato, dopo il restauro, Teatro di San Carlo, inaugurando la stagione lirica il 27 gennaio 2010. Opera diretta Jeffrey Tate, con la regia di Luca Ronconi, costumi di Emanuel Ungaro e le scene di Margherita Palli.
Ma se i nomi dei personaggi e gli eventi (come da libretto di Caterino Tommaso Mazzolà, a sua volta un adattamento da un’opera di Metastasio) richiamano il mondo romano, così non sarà sul palco del teatro napoletano: "una vaga aura settecentesca — ha dichiarato il regista Ronconi — che però non si traduce mai in riferimenti storici".
E la scena riflette perfettamente ed egregiamente la concenzione ronconiana, con un palcoscenico in continuo movimento ad accompagnare, al limite tra downtown e salotto neoclassico, i movimenti dei personaggi in un continuo dentro-fuori-dentro, tra ambienti grandi e piccoli che si intonano con i costumi, senza pepli e calzari, ispirati alla bellezza e alla poesia.
L’appuntamento per la riproposizione mozartiana è per il 27 gennaio, data importante, che apre la stagione teatrale e inaugura il San Carlo dopo il restauro terminato il dicembre scorso.

(S. D. V. )