Justice – Cross

C’è qualcosa che impedisce di premere pausa. Sarà il flusso di suoni alieni, che scorre univoco trascinandoti all’interno. È “Cross” dei Justice.

La musica entra dalle orecchie ed esce dalle mani in movimento, come energia. Forse è questa la vera natura dell’electro: trasformare il suono in energia. E non è poco saper creare una forza in pochi battiti. Loro ci riescono, i Justice, due ragazzi francesi.

Magari non sanno nemmeno cantare, e forse, chissà, con una chitarra in mano non sarebbero in grado di strimpellare canzoni da spiaggia. Però con l’elettronica ci sanno fare. Un’elettronica da ascoltare a occhi chiusi sul letto, immaginando scenari interstellari. Ma anche da ballare. Già, perché i due francesi non si possono certo definire degli sperimentatori.

Però creano qualcosa di molto divertente, in un modo molto nuovo. Con i Justice non esistono strumenti musicali, ma una serie di suoni destrutturati all’infinito. Fino al punto da far diventare una voce così tesa da sembrare corda di chitarra, o da far sfumare un tamburo in respiro. E’ per questo che la loro musica oltre che alla discoteca si può adattare alla strada.

In cuffia i loro pezzi sono un filtro tra gli occhi e il mondo, sembra che non siano negli auricolari, ma intorno: nei piccioni che volano, nella pioggia che cade, nei passi delle persone che  stanno ballando.
Ultimo consiglio: ascoltatelo in metro, quando il beat si fonde con il rumore.

(R. C.)