Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo

Con un titolo così lungo, la quarta impresa dell’archeologo più celebre del cinema, non poteva scontentare; ed infatti non delude. Diciannove anni dopo “L’ultima crociata”, il professor Jones , fedelmente interpretato da un’ormai attempato, ma sempre apprezzabile Harrison Ford, ritorna sul grande schermo con una nuova, coinvolgente avventura.
Questa volta siamo in piena guerra fredda, e Indy è alle prese con temibili spie russe, a caccia dell’ennesimo gingillo millenario che può salvare le sorti del mondo.
Con qualche supporto tecnologico in più, e la stessa genuina miscela di suspense e ironia, Spielberg torna a dirigere uno dei suoi eroi più famosi, mantenendo invariato il carattere dei personaggi e la giusta dose di antagonisti cattivi o cattivissimi, tanto cara al pubblico degli anni ottanta.
Cate Blanchett , ad esempio, presta il volto alla bella e spietata Irina Spalko, e l’intramontabile John Hurt conferisce al tutto quell’aria di rispettabile e affascinante retrò.
Riesumare i vecchi cult, come la storia ci insegna, è sempre un’impresa delicata, bisogna fare i conti con i puristi, qualche ruga in più, e i gusti del pubblico più giovane. Ma se la formula resta tutto sommato invariata, allora non si cade nel ridicolo, e non c’è nulla di male a raccogliere con gioia, e un pizzico di nostalgia, un pezzo dell’infanzia di grandi e piccini.

(S. D. V.)