“Il tempo è un bastardo” Premio Pulitzer 2011

“Il tempo è un bastardo” della scrittrice americana Jennifer Egan, edito da Minimum Fax, vincitore del premio Pulitzer 2011, è un romanzo insolito, composto da tredici racconti, eterogenei per ambientazione e stile, ma intrecciati tra loro in una fittissima trama, collegata dal ricorrere degli stessi personaggi. Lo stile dei racconti è sempre diverso, eppure sempre carico, lucido, brillantissimo.

È la storia di Bennie Salazar, ex musicista punk e ora discografico di successo, e il suo fidatissimo braccio destro Sasha, una donna di polso ma dal passato turbolento. Storia che si snoda tra passato e futuro, da una San Francisco underground di fine anni Settanta a una New York futuristica e dissennata in cui gli sms e i social network strutturano le emozioni collettive, fino al centro barocco, desolato e desolante, di Napoli, dove il passato è rimasto incastrato sotto le facciate scrostate dei palazzi e rifulge a piccoli sprazzi.

Un’epopea, scritta però in una società che alle epopee non crede più.
Il risultato è un insieme di frammenti, di sensazioni, di vicende diverse, tenuto insieme da fili sottilissimi. Una costellazione di co-protagonisti indimenticabili grazie alla quale l’autrice riesce a raccontare le degenerazioni isteriche del giornalismo e dello star-system, la voglia di successo, l’amicizia, il disagio esistenziale, il fallimento, il tradimento, la frustrazione, la paura, la morte. E poi c’è l’amore, ma un amore bisbigliato, colto di sbieco.

È uno di quei romanzi sopravvissuti alla tanto maldestramente preannunciata fine del romanzo. Dentro questo affresco può entrare tutto, ma in punta di piedi, come un arpeggio di sottofondo, una modulazione sottesa.

C’è la voglia di arrestare lo scorrere delle cose, godersi quello che è stato, nel silenzio che diventa eternità. C’è l’illusione di poter fermare il tempo, prolungare l’attesa del futuro. Eppure sappiamo che il tempo è passato, passa per tutti, ma è solo quando la risacca si ritrae che possiamo vedere cosa resta sulla battigia; quello che valeva la pena restasse.

Il tempo è un bastardo. Il tempo ha vinto. Ma non ha lasciato perdenti.

G.P.