Il ritorno del duo eclettico

“Everything That Happens Will Happen Today”  è l’ultimo lavoro di Brian Eno e David Byrne.
Uscito già da qualche mese sancisce il ritorno, a distanza di quasi trent’anni dai fasti del precedente “My life in the Bush of Ghosts” (1981), della coppia formata dall’ex leader dei Talking Heads e dal padre della musica ambient.
L’album, definito da entrambi di genere electro-gospel, nasce da alcuni brani strumentali composti da Eno nel corso degli anni, e poi archiviati. Nel 2006, in occasione del remaster dell’album dell’81, i due vecchi amici si ritrovano, ed Eno passa a Byrne un CD con queste tracce, convinto che siano un ottimo spunto per ricavarne delle canzoni: è ciò che Byrne riesce a fare.

Il risultato è un album completamente diverso dal precedente, sia per stile che per atmosfere evocative. “Everything That Happens Will Happen Today” è piacevole, orecchiabile, quasi morbido, ma profondamente lontano, per innovazione e sperimentazione, dalle sonorità al limite del surreale.

A farla da protagonista è la voce di Byrne, tranne in brani come “I feel my stuff” e “ Poor Boy”, in cui l’anima elettronica di Eno prende il sopravvento e regala minuti di soffusa pazzia stilistica. L’impressione finale è tutt’altro che deludente e l’album convince sempre di più, ad ogni nuovo ascolto. É  proprio il caso di dire che Brian Eno e David Byrne non smettono mai di stupirci.

(M. G.)